Dal momento che tutto nel creato è strettamente collegato, i problemi attuali richiedono uno sguardo globale, rivolto a tutte le dimensioni della creazione. L’ecologia...
Un modo di vedere come ogni cosa
è interconnessa e integrata con il tutto
Dal momento che tutto nel creato è strettamente collegato, i problemi attuali richiedono uno sguardo globale, rivolto a tutte le dimensioni della creazione. L’ecologia - la scienza che studia le relazioni tra gli organismi viventi e l’ambiente in cui essi crescono - è parte della nostra vita.
Serve rispetto dei limiti nello sfruttamento della natura in modo che, per il bene di tutti, essa non sia rovinata e distrutta.
Niente di ciò che facciamo per il bene comune è una perdita di tempo. Se ciascuno avesse il senso della comunità, il mondo sarebbe un posto migliore per tutti. Noi infatti non siamo esseri separati e ciascuno non vive solo per sé stesso, ma siamo una comunità di persone, che dipendono l’una dall’altra e che cercano modi e mezzi per condurre una vita sana.
Questa interdipendenza ci porta a pensare ad un unico mondo con un progetto comune: ma la stessa intelligenza che è in grado di generare un enorme sviluppo tecnologico, non riesce dall’altra parte a trovare modi efficaci per gestire e risolvere a livello internazionale i gravi problemi ambientali.
La perdita dei valori fondamentali ci porta a perdere anche il rispetto per la natura. I potenti, sedotti da interessi sfrenati, non pensano più al bene comune.
Problemi come le deforestazioni clandestine e i gas nocivi che inquinano l’ambiente, non sono presi in seria considerazione, pur di continuare a salvaguardare gli interessi economici di chi sfrutta le risorse naturali.
Qualche tempo fa, il Museo Americano di Storia Naturale ha consultato una serie di biologi chiedendo loro se ci troviamo nel bel mezzo di un processo di estinzione di massa, ed il settanta per cento di loro ha detto che in effetti è cosi.
L’universo sta già facendo la sua parte per fermare il disastro, ma noi dobbiamo fare la nostra. E lo possiamo fare risvegliando una nuova coscienza cosmologica, adattando il nostro comportamento alla logica dell’universo.
Avere questa nuova coscienza significa assumerci collettivamente la responsabilità rispetto alla tutela della nostra casa comune e la salvaguardia della nostra civiltà.
Adattare il nostro comportamento alla logica dell’Universo significa impegnarci a rispondere agli appelli che ci vengono dal cosiddetto principio cosmologico.
Questo principio è ciò che struttura l’espansione e la creazione dell’universo con tutti i suoi esseri, sia animati che inanimati. Esso si manifesta con tre caratteristiche - Differenziazione / Complessificazione e Interdipendenza / Comunione.
Più l’universo si espande e diventa articolato, più diventa complesso e guadagna in interiorità e soggettività.
Ogni essere ha il suo proprio modo di relazionarsi e scrivere la propria storia: più tutti gli esseri entrano in comunione gli uni con gli altri, più rinforzano la loro interconnessione nel quadro dell’appartenenza ad un grande insieme.
I teologi della liberazione, in quarant’anni di riflessioni,
hanno studiato la dimensione economica, sociale, antropologica e spirituale della liberazione come risposta a specifiche forme di oppressione nel contesto di una crisi ecologica generalizzata e hanno assimilato questa visione cosmologica.
In termini di principio cosmologico, liberazione personale significa liberare se stessi dai vincoli dell’egoismo per sentirsi in comunione con tutto l’universo, in quel fenomeno che i buddisti chiamano “Illuminazione,” l’esperienza della non-dualità che San Francesco visse nel senso di una comunione aperta con tutti gli esseri viventi.
Sul piano sociale la liberazione, alla luce del principio cosmogenico, richiede anche un approfondimento dell’interiorità. L’uomo non è più soddisfatto dal semplice consumo di beni materiali ma cerca anche il valore della creatività, dell’arte, della meditazione e della comunione con la madre terra e con l’universo intero.
La Liberazione deriva dallo sforzo di matrice relazionale, soprattutto con coloro che subiscono ingiustizie e sono esclusi. Questa matrice ci fa sentire membri della comunità della vita, figli e figlie della madre terra che, attraverso di noi, sente, ama, si prende cura e si occupa del nostro futuro comune.
Infine, dal punto di vista cosmogonico, la liberazione richiede una nuova coscienza di interdipendenza e di responsabilità universale. Siamo tutti chiamati a partecipare alla storia e re-inventare modi per realizzare la sostenibilità creativa.
La nostra crescita ci richiede l’accoglienza dei doni e la capacità di trasformazione.
A cura
di Suor Maria Helena Carvalho, sfp
Una ricerca tratta dai testi del teologo Leonardo Boff e dagli articoli del Cardinal Geraldo Majella Agnelo, Arcivescovo Emerito di Salvador de Bahia, Brasile.
Pubblicato: 06/03/2017