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Cinque giorni intensi, caratterizzati dall’incrocio di volti, colori, culture e storie diverse, e dall’incontro con desideri ed attese, all’insegna dell’accoglienza e della fraternità fatta di:
ORECCHIE CHE … hanno accolto un invito! Quello che le Suore Francescane dei Poveri hanno rivolto ai giovani: “Venite a Padova per condividere la vita di fraternità e l’incontro con i poveri che è il quotidiano delle giornate delle nostre due comunità”.
Invito a cui hanno risposto un gruppo di giovani ragazze provenienti da varie parti d’Italia: Calabria, Puglia, Lazio, Toscana, Liguria, Lombardia, e che, per la maggior parte, vivono il percorso degli Step nella nostra comunità di Casetta Nova a Frascati.
PIEDI CHE … hanno camminato per le strade della nostra città per incontrare persone che soffrono e che stanno vivendo momenti difficili: in ospedale, nella visita alle famiglie straniere, a Progetto Miriam, nelle scuole che aiutano i ragazzi in difficoltà, alla Caritas diocesana.
MANI CHE … si sono “sporcate” nel servizio concreto, che hanno toccato la vita degli altri e che si sono lasciate toccare, che si sono unite negli abbracci, nel lavoro e nel fare festa.
MENTI CHE … si sono lasciate interrogare dalle ingiustizie che abitano la nostra città di Padova.
CUORI CHE ….si sono uniti nella preghiera, nell’ascolto della Parola e nella condivisione.
OCCHI CHE … con attenzione e pazienza hanno cercato di guardare l’altro e l’altra con occhi nuovi, e che si sono fermati in contemplazione davanti a Gesù Eucarestia.
BOCCHE CHE … hanno saputo esprimere quanto vissuto con poche e semplici parole:
Porto con me le storie sfiorate, i volti incontrati e quelli conosciuti, i nomi, i sorrisi e gli occhi commossi, gli abbracci.
“Ecco, noi “non possiamo salvare nessuno” ma possiamo esserci, possiamo ascoltare, possiamo abbracciare, possiamo passeggiare insieme, possiamo amare così come siamo, con tutti i nostri limiti…(C.)
Sono stata chiamata ad avere cura del mio prossimo, ma ho sperimentato soprattutto la cura di Dio per me.
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Sono tornata a casa con un bellissimo dono: la consapevolezza di aver incontrato Gesù in quei volti, in quelle mani, in quelle storie e il desiderio di incontrarlo ancora, nella mia povertà e in quella dei fratelli intorno a me. (G.)
“Un giorno mi feci coraggio e guardai!”: l’esperienza di questi giorni è stata proprio quella del “guardare”, del porre il mio sguardo su chi cammina accanto a me.
E’ stato sorprendente incontrarsi con questa vita: una vita che nonostante la precarietà, la miseria, la sofferenza è FORTE e trova il coraggio di ripartire.
Una vita controcorrente, da cui nonostante tutte le sue avversità e spigolature traspare BELLEZZA: la bellezza di una vita che non si dà per vinta, che non ha paura di mostrarsi per come è, che non si nasconde ma combatte ogni giorno per la dignità di sé stessa. (G.)
La caratteristica di questi giorni è stata la concretezza di un amore che passa attraverso le piccole cose e circola, anche attraverso di me, di mano in mano.
Un amore industrioso che posso imparare alla scuola delle Francescane dei Poveri, nel servire fratelli e sorelle e nel servirci tra di noi, tutti nella stessa misura.
Un amore che mi dà fiducia a tal punto da consegnarmi il dolore degli altri, che mi chiede di prendermene cura con delicatezza e senza scappare e che allo stesso tempo mi permette di continuare a sanare le mie ferite.
Un amore fatto di gioia e di felicità, come quello di Madre Francesca, nel riconoscere Gesù da curare negli altri, quel Gesù sofferente, ma anche Risorto coi segni della passione. (F.)
Comunità Casa Sant'Antonio - Casetta Nova
Pubblicato. 06/07/2016