La cura dell’ascolto

 

Come Suore Francescane dei Poveri da circa trent'anni prestiamo servizio presso l'Opera Pane dei Poveri, un Centro d'Ascolto legato alla Basilica di Sant'Antonio a Padova.
Già in passato avevo avuto modo di dedicarmi a questo servizio e, tre anni fa, il buon Dio mi ha condotta nuovamente nella città del Santo, offrendomi la possibilità di mettermi in ascolto delle molteplici povertà che tante famiglie vivono. Dio mi chiede di essere una presenza che accoglie e ascolta, sicuramente i problemi economici, ma anche che raccoglie ed asciuga lacrime e lenisce, mediante la condivisione, quelle piaghe che si nascondono nel profondo del cuore, e che spesso rimangono soffocate, perché non trovano uno spazio per essere portate alla luce.
 
Sono molte le persone con cui vengo in contatto e con qualcuna ho la possibilità di “andare oltre” il pagamento delle utenze, cercando insieme una via possibile di vicinanza e sostegno.

Recentemente ho conosciuto una donna e, ascoltandola, mi sono resa conto di quanto il suo cuore fosse appesantito dalla solitudine e dalle tante preoccupazioni, dalla sofferenza e dallo scoraggiamento. Ho avvertito che non potevo limitarmi ad offrire l’ascolto e l’aiuto economico da lei richiesto, c’era bisogno di altro. Così, con molta semplicità, ho iniziato ad incontrarla fuori dall’orario d’ufficio, per darle lo spazio d’ascolto e di accoglienza di cui aveva bisogno. Mi ha aperto il suo cuore e insieme stiamo cercando la strada da percorrere per affrontare i diversi problemi familiari che, essendo separata, si ritrova a dover risolvere da sola. Spesso la chiamo per un saluto, per sapere come sta. Alcuni giorni fa mi ha detto: “Ti ringrazio di cuore per tutto ciò che stai facendo per noi. Sono certa che è stato Dio a suggerirmi di venire da te! Ero disperata, ma ora so che non devo perdere la speranza. La fiducia, la vicinanza, la cura e la premura che tu hai per la mia famiglia, per me significano molto, valgono più dei soldi: tu sei come una mamma, una sorella, ti preoccupi per noi!”

      gio 01 

Condivido l’esperienza fatta con un’altra donna, alla quale ho fatto conoscere il nostro progetto, Progetto Miriam, a favore delle donne vittime di tratta, dove ha trovato un luogo di cura per sé e i suoi figli.

“Ho conosciuto sr. Giovanna nel suo servizio all’Opera Pane dei Poveri dove mi ero rivolta per cercare aiuto nella mia difficoltà, avevo perso la casa e non avevo un lavoro: sono sola con tre figli. Ci sono andata piangendo e mi ha aperto la porta come se io fossi stata sua figlia. Mi ha aiutata e poi mi sono calmata e mi ha dato coraggio. Per me è stata un segno visibile di Dio. Lei mi ha fatto conoscere Progetto Miriam dove ho trovato le altre suore, Gabriella, Tina e Carmen. Sono stata inserita nel laboratorio del Progetto. Si sono occupate della scuola dei miei figli, del cibo, i libri e l’abbonamento. Mi hanno dato tutto, anche la vita. Io non ho dato niente a loro: ho solo pregato per loro, perché per me loro sono come mia mamma e voglio loro tanto bene.”

La possibilità di accogliere questa mamma nel nostro laboratorio, offrendole un luogo sereno, non solo per guadagnarsi da vivere in modo dignitoso, ma anche e soprattutto per lenire e curare le ferite della solitudine e della disperazione, ha confermato e accresciuto in me la consapevolezza che sono parte ed espressione di un corpo. E’ una gioia profonda poter coinvolgere anche la comunità nel servizio che mi è stato affidato e insieme toccare con mano la potenza del carisma di cura che ci è donato.

Sr. Giovanna Dada, SFP

Pubblicato: 09/03/2021

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