Mettere un seme di giustizia

 

È già trascorso un anno dal mio arrivo nella città di Pistoia, dove siamo come Francescane dei Poveri da oltre vent’anni. Fin dall’inizio abbiamo scelto di essere presenti in quelle strutture e associazioni, che offrono un aiuto concreto ed hanno uno sguardo particolare sulle persone fragili.

Una di queste è stata La Conchiglia: una casa famiglia per donne vittime di tratta, nella quale mi sono inserita, prendendo il testimone di chi mi ha preceduta. Le donne accolte sono giovanissime e per la maggior parte provenienti dalla Nigeria.
Sono tutte accomunate da un sogno di benessere economico, di un buon lavoro promesso, da chi poi si rivela un aguzzino. Coloro che riescono ad arrivare in Italia, fanno l’amara constatazione che è ben altro il lavoro che le aspetta: la strada.
Ci sono, però, donne che riescono a svincolarsi, in genere attraverso una fuga ed hanno il coraggio di chiedere aiuto ai centri distribuiti su tutto il territorio nazionale.

La casa famiglia è inserita in una rete nazionale e offre un programma individuale di pronta assistenza, di disbrigo di tutte le pratiche burocratiche, di percorsi di inclusione attraverso l’apprendimento della lingua Italiana e tutto questo fa parte di un programma di protezione sociale.

Durante l’anno sono stata accanto a ciascuna nell’espletare le pratiche per i documenti, nell’ascolto delle loro preoccupazioni, quasi sempre legate alla famiglia di origine, nell’accogliere i loro sogni, ma anche nel raccogliere le chiusure, la rabbia, lo sconforto.

vitale 20 02Posso dire che in questo servizio mi accompagna la predilezione di Gesù per i poveri e la vita di Francesca Schervier. Ho rivisitato il nostro Carisma: “Sanare le piaghe di Cristo nell’umanità povera e sofferente” declinando il verbo Sanare: sanare con l’attenzione, con la cura anche nelle piccole cose, spesso con la pazienza e con l’accoglienza delle ferite.

Difatti il mio compito, insieme a quello dell’équipe educativa, è aiutare le donne a ritrovare la propria dignità: a questo fine molto significativi sono i corsi fatti da alcune di loro per un futuro inserimento lavorativo.

Questa realtà mi ha portato a considerare le diseguaglianze economiche, la corruzione politica, i giochi di potere, e a come siano i poveri a pagarne il prezzo. La maggior parte di queste donne proviene da villaggi poveri ed è divenuta preda di organizzazioni mafiose, con un grande giro di denaro.

Personalmente sento in maniera forte che condividere parte delle mie giornate e delle mie energie con queste donne è un modo concreto per mettere un seme di giustizia nel mondo e nell’umanità.

Sr. Giuliana Vitale, Sfp

Pubblicato: 04/12/2020

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