Il cammino che stiamo facendo ci aiuta, non solo a prepararci al Capitolo, ma ad approfondire il Carisma di Madre Francesca sia personalmente che con le persone che incontriamo nei ministeri. La nostra comunità è stata più volte testimone di quanto il dono di guarigione sia profuso da Dio in vari modi e in tante persone.
Sr. Beata, ci puoi raccontare come quest’estate hai sperimentato la guarigione di Dio nella tua vita?
Mi trovavo a casa S. Elisabetta in attesa di andare agli esercizi spirituali. Una signora della parrocchia ci invitò ad una veglia di preghiera sulla guarigione, nella chiesa di Rivotorto. Decidemmo di andare. La chiesa era piena di persone che venivano da varie parti d’Italia. Io riuscii appena ad entrare. La veglia consisteva nella preghiera di lode e di adorazione, si chiedeva a Dio il perdono e la guarigione. Quasi alla fine della preghiera, il sacerdote che animava questo momento, passò tra i banchi con l’ostensorio benedicendo le persone. Arrivato davanti a me, pose Gesù eucarestia sulla mia testa; una mano reggeva l’ostensorio e un'altra era poggiata sulla mia spalla. Facendo la preghiera di guarigione, in particolare pregava per me chiedendo a Dio di guarirmi da ogni male. Io non riuscivo a credere a quello che mi stava succedendo, e mi ripetevo “Signore, ho bisogno di questo. Se vuoi puoi guarirmi, ma soprattutto guarisci chi ha bisogno”. Questa esperienza mi ha preparato agli esercizi spirituali francescani.
Dopo qualche tempo, il 21 agosto, mi trovavo in vacanza in famiglia, quel giorno si festeggiava la Madonna del Carmine. Per quest’occasione c’erano vari momenti di preghiera, tra cui la processione e l’adorazione notturna. Terminata la preghiera di guarigione e di perdono il sacerdote passava con il Santissimo tra le file di sedie benedicendo e pregando per la guarigione. Passando davanti a me, nel buio mi pose l’ostensorio sulla testa chiedendo la benedizione e la guarigione, non solo per me ma anche per la mia comunità. In quel momento mi sono ricordata delle parole che Gesù rivolse a Madre Francesca “Mi ami tu più degli altri?”. Lì in piedi chiesi a Dio “Cosa vuoi che io faccia? Mi sentivo amata da Dio e ricomprendevo tutti i momenti di sofferenza. Mi è sembrato un dono del Signore. Non ho ricevuto completamente la guarigione della vista, ma in realtà ho sperimentato l’amore di Dio che mi guarisce. E come tanti anni fa, mi chiama e mi chiede di accostarmi all’Eucarestia come unico modo per capire la sua Volontà..
Sr. Elisa [Di Lorenzo], puoi parlaci di quello che avviene il sabato con le donne che frequentano la vostra comunità e che fanno un cammino di fede all’insegna di un’esperienza originale?
Ormai da tre anni accogliamo un gruppo di donne della nostra parrocchia, con le quali facciamo un’ora di ginnastica e di preghiera. Tutto è nato un po’ per scherzo. Alcune donne, dopo una festa di carnevale organizzata per i giovani, ci chiedono di organizzare qualcosa anche per loro.
Così, sapendo che la mia istruttrice di Pilates era disponibile per delle iniziative, iniziammo questa esperienza e da allora, quasi tutti i sabati, ci incontriamo con il gruppo delle “Ginniche”. Sempre più scopro quanto questa esperienza sia liberante per tutti. Il programma di esercizi è semplice e ci permette di riscoprire il nostro corpo come un dono di Dio Creatore che insieme al respiro ci regala tante altre belle cose. Attraverso la ginnastica riscopriamo quanto siamo perfette e quanto tutto sia connesso in modo armonioso e quanto siamo unite con la creazione che ci circonda e se ci ascoltiamo e la ascoltiamo scopriamo la presenza di Dio che è in noi e attorno a noi. Non ci manca nulla, solo che siamo così distratti e presi dalle preoccupazioni della vita, che non siamo consapevoli di noi stessi. Vale Ronchetti, una delle prime compagne di Chiara Lubich diceva spesso che siamo scintille e che dobbiamo liberare la luce che è in noi, perché noi siamo luce e dobbiamo dare luce. Questo lo sperimentiamo anche quando, dopo il tempo della ginnastica, liberate dalle tensioni del corpo, ci poniamo davanti a Dio ascoltando la Sua Parola, una parola che tocca la nostra persona, una Parola che guarisce le ferite, che solleva, che libera dai pesi, che dà grinta, che ammonisce e ci fa prendere coscienza del dono che siamo. In uno di questi momenti di preghiera una delle donne dice: “avevo un peso sulle spalle e ora mi sento leggera, come se qualcuno fisicamente mi avesse tolto questo peso”. Un’altra: “venire qui per me significa darmi del tempo per prendermi cura di me, vi ringrazio di questa possibilità”. Ancora: “Sarebbe bello sentirsi così sempre, in dialogo con Dio”. “Che bello ritrovarsi tra donne e poter condividere momenti solo per noi che ci permettono poi di ricominciare e continuare a vivere nel quotidiano”.
Scopro quanto ci vuole “poco” per liberare l’energia di guarigione di Cristo, basta fidarsi e permettere alla Luce che ho dentro e che nessuno mi può togliere, di uscire, liberarla perché possa illuminare altri cuori e altri corpi.
Sr. Francesca [Vitulano], insieme alla comunità sei stata testimone di un evento di guarigione scaturito dalla Parola di Dio. Vuoi raccontarci com’è andata?
All’inizio di quest’anno sociale 2012/2013, abbiamo cominciato le nostre attività e non poteva certo mancare il gruppo delle ginniche di Bisconte. Ormai da due anni ci riuniamo una volta a settimana per un’ora di ginnastica a conclusione della quale ci riserviamo cinque minuti per un momento di preghiera. Tutto questo per sperimentare quanto il nostro corpo è strumento dell’amore di Dio per noi e per chi ci è accanto. Un pomeriggio del mese di novembre, la nostra comunità si è incontrata con questo gruppetto di donne per programmare gli incontri e per vedere se c’erano nuove proposte. Concludiamo questo incontro con una preghiera, meditando il brano della donna ricurva che avevamo approfondito durante la nostra assemblea di Giugno con sr. Jeanne. Scegliamo di compiere un gesto alla fine della lettura del Vangelo e cioè, essendo sedute in cerchio, ci passiamo la Bibbia fondamento del nostro rapporto con Dio, poggiandola sulle nostre teste, pronunciando una preghiera di benedizione e di guarigione per la persona sulla quale era posta la Bibbia. È stato un momento forte e ricco, la presenza di Dio in mezzo a noi è stata tangibile e due delle signore presenti hanno sentito che il Signore in quel momento toccava i loro cuori e le loro vite guarendole da ciò che di negativo e doloroso stavano sperimentando. Dio non le aveva abbandonate ma era lì accanto a loro a sostenerle e ad incoraggiarle. Anche per noi suore è stato bello poter essere testimoni dell’amore di guarigione che in quel momento era stato così concreto e generoso: noi per prime avevamo visto e toccato quanto buono è il Signore!!!
Sr. Vincenzina [Raimondo], cosa è successo quest’anno durante la festa di Madre Francesca?
Come l’anno scorso, anche quest’anno abbiamo festeggiato l’anniversario di Madre Francesca con gli amici e con le persone della parrocchia. Il primo tempo della festa lo abbiamo vissuto in chiesa per un momento di preghiera. In sintonia con il tema che quest’anno ci accompagna “Liberare le energie di guarigione di Cristo” abbiamo scelto, come brano di riferimento, il Vangelo della guarigione dell’Emorroissa. Abbiamo sviluppato la riflessione mettendo in rilievo due gesti: il toccare il mantello di Gesù da parte della donna, e la sensibilità di Gesù nel lasciarsi toccare. Perché venisse esplicitato il passaggio in cui Gesù dice “…chi mi ha toccato? ho sentito una forza uscire da me”, abbiamo pensato divalorizzare il simbolo del mantello toccato dalla donna e abbiamo chiesto alle persone presenti di imitarne la fede. Fra tutte le persone presenti che hanno toccato il mantello, alla fine alcuni hanno condiviso la loro esperienza e manifestato le loro emozioni. Un signore era venuto alla preghiera spinto dalla moglie; pensava di non essere disposto a lasciarsi coinvolgere ma, dopo la spiegazione del gesto da compiere, fu il primo ad accostarsi per toccare il mantello. Disse di avere sentito una forza interiore spingerlo a chiedere, con fede, di venire guarito dalla paura di affrontare un intervento chirurgico che avrebbe dovuto fare nei prossimi giorni. E la moglie era stupita perché aveva notato che in suo marito stava avvenendo un cambiamento. Un altro uomo disse di avere sentito dentro di sé il bisogno di abbandonarsi alla volontà di Dio: proprio l’indomani avrebbe dovuto condurre la figlia per un consulto medico; le previsioni lo turbavano parecchio… temeva, nella figlia ancora adolescente, una reazione devastante. “Dopo questo momento di preghiera” disse, “non ho paura di nulla, qualunque sia il responso sento di poterlo accogliere come volontà di Dio”. In ognuno di questi uomini ho visto liberarsi delle risorse che, senza dubbio, hanno poi generato nuove energie per meglio affrontare le fatiche e le prove della vita.
Sebastiano Passeri ASFP, come associato si ritrova spesso a condividere parte del suo tempo nel servizio di volontariato. Lui stesso ci comunica con due battute quello che avviene nella sua vita quando si trova vicino ai fratelli segnati dalla sofferenza:
“Essendo cristiano, confido sempre in Dio anche nei momenti di prova. Quando mi capita di stare vicino e di prendermi cura dei disabili o dei malati mentali, sento di ricevere un dono grande. Sono essi stessi che mi trasmettono l’energia di guarigione di Cristo. E io mi sento rivivere, proprio come avviene al samaritano nella parabola del Vangelo.”